227 di dilli, e buone fonti a cui attingerli: cose tutte che richieggono e molta briga, ed un certo agio di tempo, laddove, se non quanto a briglie, certo quanto a tempo, il signor Sacchi non ne deve avere moltissimo, com’egli stesso uè fece più volte sapere, e si vede. E anche 1’ errore non è sempre di chi il profferisce, ma di quello che a lui il fa profferire, come appunto è qui intervenuto al signor Sacchi, il quale s’è ciecamente fidato a quanto gliene hanno detto gl’ingegneri idraulici quando qui fu nel i83o; e gl’ingegneri idraulici gliene hanno detto di belle e di grosse. Strano destino del signor Sacchi ! O amici, o nemici, cogl’ingegneri mai non la indovina! Ei diffmisce la laguna veneziana per quella valle o basso fondo che fra la Piave e l’Adige confina con l'Adriatico, e fa quindi che le acque vi si versino perchè quella è più bassa del livello del mare. Dalla quale supposizione, e dalla medesima parola di valle uno potrebbe di leggieri inferire, che sia stato un tempo in cui questo spazio rimanesse all’asciutto, e qui dove or nuotano i pesci, come dice il poeta, pascolassero gli armenti. Pure di questi fatti non s’hanno memorie; nè la laguna fu mai una valle, nè mai rimase all’asciutto, ma sì piuttosto dee dirsi un prolungamento, o come il chiamano gl’iugegne-