195 legato nelle Isole per definire quella contesa, ma invano : infine convocò solenne concilio di settanta vescovi in Ravenna pel 22 luglio 877 (1), ma i vescovi veneziani non giunsero se non quando era già terminato. Il papa tornò a Roma ed il patriarca Marturio si trasferì a Treviso, donde continuò col doge un frequente scambio di messaggi. Finalmente si venne ad un accomodamento, pel quale stabilivasi che il vescovo Domenico abitasse bensì a Torcello e godesse le rendite di quella chiesa, ma non potesse venir consacrato fino a tanto che Marturio vivesse. Così convenuto, il patriarca si recò a visitare il doge nel suo palazzo, e ritornato che fu alla sua metropolitana consacrò i vescovi delle sedi di Malamocco, Olivolo, ed Eraclea (2) rimaste vacanti nei quattro anni di quella controversia. Poco dopo però affranto della salute, trasferitosi a Rialto, ove avea chiesa ed abitazione a s. Giovanni Elemosinario (3), vi morì e gli fu dato a successore Vettore prete di s. Silvestro. Questi, sebbene a malincuore, consacrò finalmente il Caloprino, non astenendosi dal rimproverarne il doge, che avealo astretto per giuramento a consacrare quello che a vescovo di Torcello venisse eletto, e poi come tale aveagli presentato l’indegno sacerdote. Forse tanta ostinazione nel doge veniva dalla gelosia del proprio diritto di elezione ; ed è singolare invero, che trovasse appoggio nel popolo a confronto del patriarca tenuto in conto di sant’ uomo ; se non che il Caloprino, appartenendo ad una delle principali fall 27 rimprovera il doge della sua disobbedienza e di aver male accolto il suo legato ; gli annunzia il concilio di Ravenna ed esorta i due vescovi Leone di Malamocco e Pietro di Equilio, assolto della scomunica, a recarvisi. Il 19 luglio nuova esortazione ad Orso. Infine il concilio fu tenuto il 1 agosto. Jafle, Regesta Pontìficum. (1) Sagomino. (2) Ibid. (3) Sagomino e Dandolo dicono a s. Giuliano.