119 delle regie guardie e principali tra quei duchi e conti che ai erano appropriate terre e città. Fu tra gli altri famoso, Carlo, figlio di Pipino di Eristallo, poi denominato Carlo Martello, che si adoprò a risvegliare ne’ suoi 1’ antico valore e a ristaurare la nazionalità germanica ; onde allorché i Saraceni tentarono nel 732 dalla Spagna d’invadere la Francia, egli, fatte suonare ovunque le trombe di guerra e raccolti sotto le sue bandiere fino dalle paludi impraticabili del mare del Nord, e dai più cupi recessi della Selva nera, Franchi, Teutoni, Gallo-romani presentò la battaglia ai nemici sui campi di Poitier e ne riportò famosa vittoria. L’ annunzio ne corse ovunque ; Gregorio credette trovare in lui, siccome era stato salvatore della cristianità in generale, così ora un salvatore delle romane terre in particolare. Ma le premure del papa non raggiunsero allora lo scopo, essendo intanto Carlo venuto a morte, e nel medesimo anno 741 mancò pure Gregorio III lasciando l’incominciata impresa al successore Zaccaria. La politica dei papi s’ era ormai fatta tutta francese, Zaccaria diede appoggio a Pipino figlio di Carlo Martello a cingere la corona dei Franchi, scacciando la infiacchita e corrotta dinastia dei Merovingi, e così avvenne che i primati e le truppe, deposto l’imbecille Chilperico, proclamarono re Pipino nel 752. Ma tanta propensione a Francia non poteva non indispettire e ingelosire sempre più i Longobardi ; quindi Rachis e poi Astolfo, successori a Liutprando, ripresero più che mai le ostilità ; anzi occupata di nuovo Ravenna e posto fine nel 752 all’ esarcato (1), papa Stefano II si vide nella necessità di gettarsi affatto nelle braccia dei Franchi, recandosi egli stesso a Pipino per sollecitarne i (1) Nel 7B1 Astolfo trovavasi già a Ravenna, da dove abbiamo un suo decreto. Fantuzzi. Monum. Rav. t. Y, p. XIII.