164 allora tanto più necessario, quanto che l’Occidente era un continuo campo di guerra e soggetto ad un tanto variar di signori, che non poteasi fare assegnamento sopra rapporti stabili di amicizia e di commercio. Era ciò un effetto della reazione che suol seguire alla forza della conquista. I popoli, sottomessi da Carlomagno, si dibattevano contro quell’ unità dell’ impero mal rispondente ai bisogni ed alle idee del tempo ; i signori e baroni si adoperavano a rendersi indipendenti e si valevano a questo scopo delle gelosie fraterne fra i quattro figli di Lodovico, succeduto al padre Carlo. Già Bernardo, figlio di Pipino, erasi ribellato contro lo zio imperatore e voleva staccare l’Italia dall’ impero, ma, vinto e fatto prigioniero, gli furono sì barbaramente strappati gli occhi, che ne morì. Il governo d’ I-talia passò allora a Lotario primogenito di Lodovico, che, divenuto fino dall’ 817 (1) collega al padre, ebbe eziandio il titolo imperatorio. Tuttavia ei non si astenne dal muover le armi, prima contro lo stesso suo padre, poi contro i fratelli : e Francia, Italia, Germania ne andavano desolate. Nè le provincie italiane meridionali e la Sicilia, nella dipendenza ancora dell’ Impero greco, godevano maggior quiete delle settentrionali. Governavale, alla venuta dei Longobardi, un ufficiale mandato da Costantinopoli col titolo di patrizio ; Napoli e le terre più a settentrione dipendevano più o meno dall’ esarca di Ravenna ; le isole di Sardegna e Corsica stavano sotto il governatore d’Africa. All’ imperatore Costanzo nel 662 venne in mente di recarsi a visitare i suoi domimi italiani, e il suo viaggio potè dirsi una spogliazione, poiché dappertutto portava via oro, argento, lavori d’ arte quanto trovava di valore (2) ; ucciso da’ congiurati (1) Bohmer. Kaiserregesten, docum. luglio 817 in palatio Aquisgr. (2) Vedi la desolazione della Sicilia in Cod. dipi. Siciliae colleg. Johannes de Jolianne Tauromenitanus (Panormi 1743). t. I, p. 307, Leo, St. d' It. I,