181 traendosi con rapida foga alle spade e perfino agli occhi di quelli che gl’ inseguivano. Ma il religioso Car- lo, preso non pertanto da giusto timore, levandosi di tavola si mise alla finestra che guardava all’ Oriente e vi rimase lunga pezza col volto bagnato di lagrime. Nè osando alcuno interrogarlo, il bellicoso principe presa a spiegare ai grandi, che il circondavano, la causa della sua inquietudine e delle sue lagrime, e disse : Sapete voi, miei fedeli, perchè io pianga sì amaramente ? Certo io non temo che questi uomini possano nuocermi colle loro piraterie, ma mi affligge profondamente l’idea che, me vivo, osassero spingersi fino a questa riva, e mi tormenta violento dolore prevedendo i mali che apporteranno a’ miei nepoti e a’ miei popoli. » Generali ed orrende erano infatti ai tempi, a cui siam giunti, le desolazioni dei Normanni, i quali in Francia erano penetrati fin sotto a Parigi e fino a Tours, Blois, Rouen, Beauvais ; e forza non v’ era, sótto il debole Carlo il Calvo, atta a respingerli. Andavasi sempre più formando il feudalismo e con esso quello sminuzzamento del suolo, quella mancanza d’ un centro comune, d’un comune volere, che tanto favorivano il progresso degl’ invasori. Laonde e per questo e per le guerre, che continuavano tra gli stessi principi Carolingici, il disegno forse dell’ imperatore Lodovico non potè recarsi ad effetto. E mentre così i Normanni e le guerre interne minacciavano di ruina l’impero d’Occidente, non meno agitato era quello d’ Oriente por gli assalti dei Saraceni e pel pessimo governo dell’ imperatore Michele, il quale colla solita smania di que’ sovrani d’immischiarsi nelle cose teologiche, deponeva e mandava in esilio il patriarca Ignazio per surrogargli Fozio, dal quale ebbe origine la separazione della Chiesa greca da Roma. E nelle isole veneziane altresì grandi disordini ac-