336 La perizia dei Veneziani nella marina è abbastanza dimostrata da’ loro viaggi e dalle guerre navali si valorosamente' sostenute, che gli stessi nemici ne lasciarono onorevole testimonianza ne’ loro scritti. Parecchie sorte di navigli avevano, secondo i bisogni del cabottaggio, del lontano commercio, della navigazione pei fiumi, del tragitto interno nelle lagune e nei canali, e della guerra (1); e ben sapendosi di quante arti richiedano il concorso siffatte costruzioni, è facile immaginare qual moltitudine di braccia vi si trovassero occupate. Che se si consideri il gran numero di chiese, di monasteri ed anche di palazzi che fin d’ allora si edificavano, e che poterono destar maraviglia negl’ imperatori venuti a visitarli, i quali pur aveano veduto quelli delle altre città d’Italia, non sarà alcuno che possa negare, dover aver raggiunto fin d’ allora anche 1’ architettura edilizia nelle Isole un notabile grado di perfezione. E la vita operosa s’avvicendava colla gaia e del piacere. Corse di barche, festanti comitive, processioni solenni del clero, del doge e delle magistrature, processioni delle arti, dolcessa di musicali concenti allegravano già in quei remoti tempi i Veneziani. Che la musica infatti fosse tra essi coltivata con buon successo, possiamo con abbastanza fondamento argomentare dal vedere fino dal secolo IX un Giorgio prete di Venezia chiamato a costruire in Aquisgrana un organo idraulico (2). In generale la pratica di Costantinopoli e dell’ Oriente dovea rendere i Veneziani di modi più gentili e socievoli e trasfondere in essi 1’ amor ai piaceri e agli spettacoli. (1) Vedine la descrizione del valentissimo ingegnere Casoni nell’opera Venezia e le sue lagune, t. I. parte II. (2) Herimanni, Chron. in Pertz Mon. Germ. hist. t. III. Scriptores. p. 103. La terrestre Venezia era allora Chiamata Longobardia; dunque la Veneziani nominata come patria di qual Giorgio dev’essere quella delle Isole. Altro esempio del nome di Venezia, dato a queste fin d’allora, ci vien