3B delle veneziane isole. Venne quindi il patriarca- grádense in molta rinomanza, e in conformità all’ antica unione della Venezia coll’ Istria, i vescovi di questa furono dichiarati suoi dipendenti (1): Godeva di molti privilegi ed onori : formatasi la veneziana repubblica, assisteva ai placiti o assemblee del doge ; teneva più tardi un palazzo suo proprio a Rialto presso s. Giovanni Elemosinario : avea ricchissime rendite dalle terre assegnategli fino al castello di Cao ile (2), ed era proibito a chiunque portar danno alla sua giurisdizione sulla pesca e sull’ uccellagione in quei lidi e in quelle acquo. Nella stessa dipendenza furono posti i lidi di Murano, di Bibbione e di Pine, nelle quali terre poteva il patriarca recarsi liberamente co’ suoi cavalli alla caccia, obbligandosi gli abitanti a riceverlo colle loro gondole (3), prestargli i dovuti servigi e fargli onore. Così fiorì lungo tempo Grado ; poi nelle nemicizie e guerre coi patriarchi di Aquileja, fu più volte devastata, la sua prosperità andò sempre più mancando e si spense del tutto quando la patriarcal sede fu definitivamente trasportata a Venezia nel secolo XV. Il terreno impaludò, 1’ aria si fece malsana, nè rimasero in Grado che pochi vigna-juoli e pescatori (4). Ad otto miglia circa da Concordia, sopra uno dei lidi della laguna, detta anticamente acque caprulane, altri fuggitivi, venuti principalmente da Concordia e da Opitergio (1) Nel 732 avvenne la formale separazione del patriarcato di Grado, a cui andava annessa l’Istria e le isole della laguna, da quello di Aquileja, da cui dipendevano le sedi vescovili di terraferma fino al Mincio. Ughelli, It. Sacra, t. V. (2) Cron. Altinate. (3) Ibid. ; antichissimo dunque il nome, sebbene allora barca più grande dell' attuale. (4) Filiasi, VI, 33.