169 della festa per la sira traslazione il 31 gennaio : fu dato principio sotto il doge Giustiniano Partecipazio .alla costruzione del tempio in suo onore, acquistando, come narrano alcnne cronache, il doge a quest’ oggetto un terreno attiguo alla cappella di s. Teodoro, appartenente alle monache di san Zaccaria, verso le quali assunse, secondo le pratiche feudali di quei tempi, l’obbligo di certi tributi, come d’un panno fino, di vino, polli e pesci a certe solennità (1). Quel terreno ove allora fu costrutta, semplice ancora e modesta, la chiesa di s. Marco, e che poi fece parte della gran piazza, non presentava a que’ tempi se non l’aspetto d’ un vasto campo erboso e piantato ad alberi, onde dice-vasi brolio od orto. Conterminavalo il canale detto Battano, oltre al quale fu poi fatto il ponte, chiamato a principio de' Malpassi, poscia dei Dai. La chiesa di s. Teodoro, che ne occupava una parte, fu quindi compresa in quella di s. Marco ; sull’ altra sponda era s. Geminiano. In fianco a s. Teodoro, sorgeva, come dicemmo, il palazzo, fatto edificare da , Agnello Partecipazio. Ma già il vecchio doge, sentendo approssimarsi 1’ ora di morte, faceva il suo testamento, nel quale istituiva eredi la moglie Felicia e la nuora Romana (2), morto essendogli (1) Dux vero débet Supradicto nostro monasterio dare in introitu suo unum bonndm pannum et uriam vegeterà de vino. De Natali» dat no-bis XII paria inter aucellos et puttos et in carnis laxatione (Carnevale) parìa de bonispullis, in die Jobiae sanctaeimampiscationemdepa-. < a-es et duos magno» pisce» qui debent dividi inter omnes monachas. Doc. da antichissima pergamena in Corn. Chiesa s. Zaccaria. Non dunque, come fu detto, un passere. (2) Pacta I, 39. Vos no Felicitate uxore mea et Romana nure mea heredes mihi instituo, heredes meas esse voto in mea hacper filii mei he-reditate ... E il Dandolo: Dux itaque Justinianus imminente sibi morte, testamentum condidit et Felieitatem'conjugemsuam et Romanam nuru m fidescommissarias ordinavit. Erroneamente altri: Dichiarando erede suo il fratello Giovanni; con che vengono confuse le due diverse qualità di erede delle sostanze e di sxiccessoré al ducato. 22