Bll dalle sue damigelle la rugiada a lavarsi con essa la faccia per darle maggiore freschezza. Dallo smodato uso delle quali essenze, essi dicono, venisse poi afflitta da tal malattia, che il marciume del suo corpo faceva tutti da lei allontanare. Per quanto pur ci possa essere di esagerato in tale narrazione, essa è però, appunto per la tanta importanza che ci mettono i cronisti, una sicura testimonianza, che sebbene i Veneziani frequentassero Constantinopoli e 1’ 0-riente, eransi tuttavia tenuti fino allora lontani dall’ eccessivo lusso di quei paesi, e che per la venuta di quella principessa dev’ essere stata prodotta una rivoluzione nei costumi. Onorato quindi il doge del titolo di Protopedro imperiale e in istrette relazioni colla corte di Costantinopoli, i progressi dei Normanni in Italia a danno di quell’ impero doveano chiamare principalmente la sua attenzione. Dopo la vittoria di Civitella, Roberto Guiscardo era divenuto duca di Puglia e Calabria ; suo fratello Ruggero avea tolta quasi tutta la Sicilia ai Saraceni, già le loro barche penetrando nel Golfo, molestavano gravemente i Dalmati. Laonde questi di nuovo si volsero alla veneziana repubblica, la sola da cui sperar potessero aiuto, ed una lettera della città di Spalatro s’indirizza nel 1075 al doge Domenico Selvo intitolandolo : duca di Venezia e della Dalmazia, Protopedro imperiale e Signor nostro (1). Che cosa facessero i Veneziani in prò della Dalmazia, non ci fu conservato dalle magre memorie del tempo, ma certo devono averla liberar ta dalle molestie, se con un documento tuttor conservato, quelle città s’impegnavano verso il doge di non ricevere nè Normanni nè altre truppe straniere nel paese (2). Ma per ciò appunto le gelosie fra Normanni e Veneziani si faceva- (1) Lucius, St. delia Dalmazia. (2) Cod. Trev.