186 ogni molestia, sono certamente le isole ; col nome infatti di città (urbes Venetorum) chiama Costantino Porfirogenito nel secolo IX, Caorle, Città nuova (Eraclea), Rialto (1), ed il Dandolo stesso dà ad Eraclea il titolo di urbs (2). Laonde le isole venete rimanevano tutelate dall’uno e dall’altro impero, conservando tutt’ al più verso quello d’ Oriente una dipendenza puramente nominale e quale potea combinarsi con un rapporto di protezione. Maturavano intanto gli occulti disegni del patriarca Fortunato, il quale credendo giunto alfine il momento di trar vendetta dell’ ucciso suo predecessore, diè mano, insieme con parecchie famiglie tribunizie, ad una congiura contro i dogi. Ma scoperta, ei si vide costretto a prender la fuga (3) insieme coi suoi complici Obelerio tribuno di Malamocco, Felice Tribuno, Demetrio Mariniano o Fosca-ro, Gregorio ed altri nobili veneziani, ricoverandosi nel regno italico a Trevigi (4). Da colà Fortunato deliberò poi di recarsi allo stesso Carlo a Salz (5), e postosi sotto la sua protezione, si studiava di concitarne 1’ animo contro i Veneziani, rappresentandoli come del tutto devoti all’ impero greco e dicendo che il suo predecessore era stato ucciso (1) Sciendum etiam in Terrafirma (con errore topografico) Italiae ttiam Urbes Venetorum has existere, videlicet Capre, Neocastrum, Phines, Eculum (Equilio) Aimonas (Ammiana), magnum emporium Tor-zelorum, Muran, Rhibantum (Rialto) ecc. Cost. Por ph. deAcìm. Imp. Anche il Muratori ad a. 803 interpreta le Urbes Venetiarum per le Isole. (2) Pipinus rex Italiae . . . hanc urbem (Eraclea) in qua nóbilium Venetorum maxima pars degebat abjecto fondere destruxit. Dand. (3) Sagomino. — Fortunatus consilium Franciam eundi coepit ut Carolum adversus duces incenderai, res Nicephori majori quam par erat, studio complectentes. Quo excepto consilio, duces subito classem Gra-dum iterum promoverunt ac Fortunatum et Obelerium inde excedere coegerunt. Sigonius. (4) Quem quidam Venetorum nobiles quibus patratum scelus dis-plicuerat, seculi sunt. Dand. Certo erano del partito dei Franchi. (5) Leone III chiamò l’andata di Fortunato in Francia un esilio: propter persecutionem Graecorum seu Venetoi'um. Carli Ant. it. Ili, 265.