380 cora venticinquemila maravedis che sono in tutto cenven-ticinqnemila maravedis, corrispondenti a circa trecento ducati. Or ritrovandomi già tre anni, salvo il vero, in Inghilterra, quel Rev. Cardinale (Wolsey) mi volse far grandi partiti che io navigassi con una sua armata per discoprir paesi nuovi, la quale era quasi in ordine ed aveano preparati per ispender in essa ducati trentamila. Io gli risposi che essendo al servizio di questa Maestà senza sua licenzia non lo poteva servire, ma che avendo buona licenzia da qui, 10 serveria. In que’ giorni ragionando con un Francesco Sebastiano Colonna veneto col quale avea amicizia grande, mi fu detto da esso Francesco: Messer Sebastiano, voi vi affaticate cosi grandemente per far benefizio a genti esterne, non viricordate della vostra terra? Non saria possibile che aneli’ essa avesse qualche utilità su voi ? Allora io mi risentii tutto nel cuore e gli risposi che penseria sopra ciò. E così ritornato a lui il giorno seguente gli dissi ch’io sapea modo di far quella città principe di questa navigazione e mostrarle via per la quale era per aver grande utilità, come è il vero che io l’ho ritrovata. Siccome adunque servendo al re d’Inghilterra non poteva più ^beneficar la patria nostra, io scrissi alla Maestà Cesarea che non mi desse per niente licenzia che servissi il re d’Inghilterra perchè gli saria di danno grande, anzi che subito mi rivocasse. E così rivocato e ritornato essendo in Sivilia, contrassi grande amicizia con questo Raguseo il quale ora mi scrive, e dicendomi che dovea transferirsi a Venezia, mi allargai con lui e gli commisi che questa cosa non la dovesse manifestar ad altri che ai Capi dei Dieci e così mi giurò con sacramento. » Avendogli 11 Contarmi confermato che così appunto era seguito e che avea commissione dal Consiglio di dover essere con lui e intendere il modo che si avea imaginato per poi significarlo ai Capi, ai quali potrebbe poscia andare in persona, ri-