220 fatti, di suprema importanza per tutto il successo della guerra. Intanto Massimiliano s’ avvicinava e fatto forte dal la Palisse con genti francesi, dal duca di Ferrara (1) e dal papa, dicevasi e fu creduto che il suo esercito sommasse a ben ottantamila uomini (2). Accampava al ponto di Brenta e mentre attendeva le artigliere che doveano esser condotte di Germania, alcune divisioni erano andate ad impadronirsi di Este, Monselice e Montagnana. Tentarono gl’ imperiali di sviare le acque, ma noi poterono se non in parte, e ricevuto eli’ ebbero le artiglierie, si piantarono innanzi alla porta di santa Croce, ma poi trovandosi troppo esposti mutarono luogo, accampando innanzi al Portello il 15 di agosto. Gli alloggiamenti dell’ imperatore erano a Santa Elena lontano un quarto di miglia dalle mura, il campo occupava quasi tre miglia d’ estensione. Massimiliano si mostrava instancabile nel visitare le opere di assedio, nel sollecitare ed incoraggiare. Cosi nel breve termine di cinque giorni erano già aperte le batterie tutt’ intorno alla città. Cominciava il bombai’damento, il quinto giorno Massimiliano, vedute le ampie breccie aperte nelle muraglie, credette il momento opportuno all’ assalto, e vi dispose le sue genti. Ma intanto durante la notte i Padovani aveano trovato modo di far entrar 1’ acqua nelle fosse che circondavano la città e 1’ assalto non potè eseguirsi. E quando questo fu dato, venne valorosamente respinto. Tornarono i Tedeschi a nuovo sperimento e pervennero ad impadronirsi del bastione, ma appena 1! aveano i Veneziani abbandonato, che lo scoppio delle preparate mine fece perire la maggior parte de’ vincitori, nel tempo stesso che il capi- (1) Per le sue ostilità in questa guerra di Cambrai la Repubblica gli confiscò il suo palazzo in. Venezia, Sanudo IX, p. 19. (2) Bembo, Stor. Ven., L. IX.