246 l’interno non dava alcun segno di distretto, anzi il lusso, i piacei’i, la sontuosità delle feste, i baccanali delle sagre, non che fossero smessi, sembravano ricevere aumento dalle pubbliche sciagure, sembravano volere collo stordimento e colla sfrenatezza della gioia far dimenticare il dolore dei sinistri eventi. Il carnovale del 1510 fu festeggiato, scrive il Priuli contemporaneo (1), (e le sue narrazioni sono confermate dal Sanuto), con tanta allegria, tante maschere, tanti balli e suoni come se si trovasse la Repubblica ne’ suoi più bei tempi. La notte precedente al s. Giovanni fu vegliata dal popolo in bagordi e fuochi artifiziati, danze, canti e suoni per terra e per acqua (2). Alle nozze di Francesco Foscari di Nicolò nella figlia di Giovanni Yenier capo de’ Dieci, fu dato sontuosissimo pranzo al quale intervennero gli ambasciatori del papa, di Spagna, d’Ungheria, i figli del doge Leonardo Loredano, e si contarono fino a novantasei delle principali gentildonne della città, nè bastando l’ampia sala al numero grande dei convitati che sommavano a quattrocentoventi, banchettavasi anche nelle stanze attigue. Finito il pasto, il luogo cambiossi come d’incanto in un teatro con palco scenico e gallerie tutto intorno per le donne. Recitava la compagnia degli Eterni, della cui rappresentazione daremo qualche cenno a saggio del gusto d’ allora. Sedeva il re su magnifico trono, era vestito d’argento con casacca d’oro alla greca, e cappello in testa; avea a’ lati due consiglieri, con un interprete e un cancelliere e tutto indicava esser egli per ricevere le congratulazioni e gli omaggi dei varii principi. Primo infatti ad avanzarsi fu il legato papale, vestito color di rosa secca, e alla foggia di vescovo, il quale presentato eh’ ebbe un breve e la sua lettera di credenza, tenne ornato discorso, incoronò e (1) Priuli, Diarii alla Marciana, p. 169. (2) Priuli, p. 211, alla Marciana.