113 Sciolto così di fatto il governo ducale, a Lodovico altro non rimaneva che partirsi. Chiamato a sè Bernardino da Corte suo fidatissimo, gli raccomandò vivamente il castello che lasciava ben munito di viveri, di artiglierie e di difensori, promettendogli fra breve valido soccorso, e nella sera del 2 settembre si diresse alla volta della Germania e pervenne dopo molti pericoli ad Innspruch. La duchessa Isabella ed il figlio andar doveano a Genova ove avrebberli levati i legni di re Federico, ma con improvviso consiglio preferirono rimanersi, onde il giovinetto fu poi dal re menato in Francia e finì suoi giorni nel 1511 nel monastero di Marmoustier ; la duchessa morì a Napoli nel 1524. Partito Lodovico varie opinioni correvano sul futuro governo ; parteggiavano molti pel duchino Francesco ; altri volevano la libertà patteggiando con Francia. Prevalsero questi ultimi e il 5 settembre in grande assemblea popolare alla Rosa fu deliberato .mandare al re le seguenti proposizioni (1) : che la città e lo stato già tenuto da Gian Galeazzo e dal signor Lodovico, eccetto Genova, giurerebbero fedeltà ed omaggio a Sua Maestà pagando un censo annuale, oltre il quale essa Maestà non avrebbe ad impacciarsi d’altro ; si eleggerebbe quindi Milano il proprio Consiglio o Parlamento, il quale avrebbe a trattare di tutte le cose dello Stato, decretare le imposte, conferire le magistrature, decidere in appellazione senza ulteriore ricorso : fossero cassati t.utt’ i processi criminali e civili pendenti senza pregiudizio de’ terzi, come egualmente senza pregiudizio di questi libererebbonsi i carcerati. Sua Maestà perdonerebbe a tutti quelli da cui si stimasse lesa o avesse ricevuto torto e specialmente alla città d’ Alessandria, restituendo loro altresì i beni sequestrati ; libererebbonsi tutt’i (1) Sanudo II, pag. 941. Vol. V. 15