Quarantuno, coi consiglieri, gli avogadori e capi de’ X dalla sala de’ Pregadi a quella del Gran Consiglio, accompagnato da donzelli con ventagli che gli facevano fresco, e tutti accorrevano in piazza tanto che questa, la chiesa e il palazzo erano pieni di gente per modo che fu stimato vi si trovassero adunate fino a cinquantamila persone. Fu suonato il campanone a san Marco, e per tutte le chiese, alla sera furono fuochi e campane e così per tre giorni. La Signoria fece tosto coniar monete col nome di Antonio Grimani doxe, fu fatta la bolla di piombo e si scrissero le lettere in nome di Sua Serenità a t-utt’ i rettori avvisandoli della seguita elezione e che facessero suon di campane e fuochi per tre giorni ; altre lettere si mandarono a Roma, Francia, Anglia, all’imperatore, in Ungheria, a Napoli, Milano, Ferrara, Mantova, Fiorenza ecc. Alle ore 21 e mezza il doge discese coi Quarantuno e coi parenti in chiesa s. Marco, ove montò al primo pogginolo e Michele Salamon, priore anziano, pubblicò dal poggiuolo stesso il seguente bando : « Essendo defunto il Serenissimo principe nostro Leonardo Loredano e volendo opportunamente la Signoria nostra provvedere di successore, ha eletto col senato suo in principe nostro il serenissimo ed eccellentissimo Antonio Grimani qui presente, le virtù e degne condizioni del quale, mediante la divina grazia, sono tali, che grandemente si dee sperare il bene e conservazione dello Stato ed ogni comodità sì pubblica come privata, la quale assunzione a letizia e consolazione di tutti vi è significata ed acciocché quel- lo voi riconosciate per principe e capo vostro. » Di poi Sua Serenità parlò dicendo : che poiché alla Divina Maestà avea piaciuto di metterla a tal grado, prometteva abbondanza, giustizia e mantener pace, e se fosse fatta guerra alla Repubblica, farla gagliardamente ed andarvi in persona.