112 Como di casa Trivulzio, ed Erasmo Trivulzio recatisi a Lodo-vico gli dichiararono che venivano da parte del Consiglio di Milano a notificargli, aver deliberato di accettare i francesi. Rispose il duca, eh’ ei non s’ attendeva questo, ma che pure sperava nel popolo (1). Al che quelli : essere egli stato il primo a diffidare : ove essere i figli, ove il danaro, ove ora le genti per difendersi ? E Lodovico soggiunse : Voi darete la terra ai Francesi ed io darò il castello ad altri (accennando a Massimiliano). E così quelli si partirono. Cresceva intanto sempre più 1’ agitazione nella città. Le botteghe erano chiuse, la plebe sfrenata correva a dare il sacco alle case dei due tesorieri del duca, Ambrogio da Corte e Antonio da Landriano che era stato assassinato (2). Fu nominata una giunta di quattro, cioè il vescovo di Como Antonio Trivulzio, Landriano generale degli umiliati, Gian Ja copo di Castiglione arcivescovo di Bari, e Francesco Bernardino Visconti per provvedere alla pubblica sicurezza, e adunatisi i cittadini la domenica 1° settembre in un luogo detto la Rosa si elessero altri otto, i quali coi suddetti quattro avessero il governo della città. Fu fatta una grida in nome ancora di Lodovico e della giunta che permetteva a ciascuno introdurre frumento e viveri in Milano senza pagar gabella ; aver avuto ordine quelli del castello di non molestare in nessun caso la città e lasciare che questa facesse liberamente il voler suo (3). (1) Tutto questo racconto e quanto segue è tratto dai dispacci dei secretari veneziani nei Diarii Sanudo t. II, che offrono molte particolarità che non si trovano negli storici. (2) Sanudo II, p. 876. (3) Prima di partire avea nominato una giunta composta di Mons. Trivulzio vescovo di Como, F. Bernardino Visconti, Baldas-sare Pusterla, G. F. Marliano, Battista Visconti, Pietro Galarato, Erasmo Trivulzio, Gilberto Borromeo, Jacopo Vilia, Scipione Barbavara. Mons. de Bari, Mons. Crivello. Mons. de Birago, il generale di Brera, Girolamo Carcano, Giovanni Morosini.