290 e dirlo e dar loro qualche ricordo che si troverebbero geutilhuomini che andrebbero ; come feci l’altra volta quando parlai in Gran Consiglio. Ma vedendo che non si metteva parte (partito) alcuna non mi parve ben di parlare, perchè in effetto per legge non poteva. E noterò cosa, sogghigno, che mi dispiace assai a farne memoria, che compito di parlar il principe, fu detto per Gasparo dalla Yedoa che facea 1’ ufficio del cancellier grande, che tutti quelli volevano vsnir a darsi in nota e andar a Padova o Treviso, overo prestar danari, venissero. Ma nessuno si mosse ; cosa di grandissima importanza e di mal augurio alle cose nostre » (1). Tuttavia al crescere del pericolo, buoni rinforzi di nobili e popolani andarono alla difesa di Padova e di Treviso, nel mentre che l’Alviano, proseguendo la sua marcia, avea saputo così bene recare ad atto il suo divisamente, che il Cardona già trovavasi a pessimo partito ; mancanti le vettovaglie, stretti e diffìcili i luoghi per cui avea a passare, grossi presidii veneziani da combattere e respingere ; laonde nella disperata sua condizione, disperatamente risolvendo, decise aprirsi colla spada il passaggio attraverso il campo dell’Alviano. E benché già buona parte del giorno fosse passata, disposte le sue truppe in ordinanza, mandò innanzi la cavalleria e alcune compagnie di fanti spagnuoli, che con grande impeto si gettarono sulle guardie del campo veneziano. Ma accolte da un fuoco tremendo di artiglieria, rincularono e precipitosamente tornarono a’ loro. Intanto il Cardona erasi approssimato col resto dell’ esercito, ma sopraggiunta la notte, ordinò ai soldati non si partissero quella notte dalle armi e la passassero a sereno tenendosi (1) Non bisogna però dimenticare che il Sanuto. apparteneva al partito che or diremmo dell’ opposizione, e che pel fatto Padova fu ben soccorsa di danaro e di genti.