189 neziani del territorio di Imola e Cesena (1) ; riacquisterebbe l’imperio, Padova, Vicenza e Verona, Roveredo, il Tri-vigiano, il Friuli (2), l’Istria ; darebbonsi al re di Francia Brescia, Bergamo, Crema, Cremona, la Ghiaradadda e tutte le dipendenze del ducato di Milano ; il re di Spagna e di Napoli riavrebbe Trani, Brindisi, Otranto, Gallipoli e le altre terre che i Veneziani aveano avuto in pegno da Ferdinando II ; il re d’ Ungheria, se fosse entrato nell’alleanza, avrebbe ricuperato la Dalmazia, il duca di Savoja il regno di Cipro ecc. A conseguire pienamente lo scopo, il papa aggiungerebbe le armi spirituali alle temporali dei principi confederati, i quali però doveano adoperarsi ciascuno per sè ad acquistare le terre assegnategli, cominciando la Francia le sue ostilità col primo d’ aprile del prossimo anno 1509. Chi abbia seguito attentamente la lunga serie di pratiche e quegli avviluppamenti diplomatici che fino dal principio del secolo preparavano la conchiusione della lega che poi fu fatta a Cambrai, si sarà ornai persuaso che questa fu tutt’ altro che l’opera del momento ; che il governo veneziano aveane sempre avuto cenni ed avvisi da’ suoi ambasciatori ; che doveva attendersela di giorno in giorno e (!) Scrive il Sismondi : « tanta fu l’inavvertenza e l’ignoranza con cui procedettero i plenipotenziarii in questo trattato che fra le città che i Veneziani doveano restituire al Papa, annoverarono Imola e Cesena, le quali da lungo tempo erano state cedute al Papa. » Il manifesto dice : ac alia oppida Imolae et Cesenae, il che vuol dire che i Veneziani ne ritenevano ancora. E così nella Bolla papale: ac alia oppida, arces et térras Forliviensis, Cesenatensis et Imolensis. (2) Ven. Iiespub. hàbuit Dominium Patriae Forojulì 1420 sol-vens pro annua pensione Emo dno Patriarchae Aquilejense due. 5 m. anno aut. 1445 composita est res cum lìmo. D. Ludovico H. s. Lau-rentii in Damasco Card, et patriarchae aquilejens. quod pro duobus millibus ex quinqué millibus ducatis supradictis haberet ultra civita-tem Aquilejam oppida s. Danielis et s. Viti. Reliquum vero solvere-tur per camerata Utini ; qua compositio fuit approbata et laudata persanctissimum Nicol. V, 1451 Letteraf del Collegio 12 gennaio 1516/7 all’oratore in Francia.