258 ma udendo dell’ avanzamento del Trividzio, con insolita viltà, raccomandata Bologna alla fedeltà degli abitanti (21 maggio 1511) andò a rinchiudersi a Ravenna, e quella città, abbandonata anche dal legato cardinale di Pavia, accolse i Francesi, che vi restituirono Annibaie Bentivoglio, e le truppe papali condotte dal duca d’Urbino, assalite nella ritirata, toccarono grave sconfìtta. Del quale mutamento di cose profittando Alfonso duca di Ferrara ricuperò gran parte delle sue terre di Romagna e il Polesine di Rovigo, e il Trivulzio faceva altresì progressi, ma non perciò veniva meno 1’ animo nei Veneziani, che eccitavano anzi il papa a rifare 1’ esercito, e morto il loro capitano generale Lucio Malvezzi gli surrogarono Gian Paolo Baglioni perugino opponendolo, con quelle maggiori forze che potevano, a’ nuovi vantaggi che i Tedeschi comandati dal duca di Brunswick riportavano nel Friuli e il francese la Palisse nel Veronese e Vicentino. Così era combattuta, dilaniata questa povera Italia, già tutta quasi dipendente dallo straniero, quando gli ambascia-tori dell’ imperatore e del re di Francia ricorrendo ad altre armi ancora oltre alle militari, deliberarono di raccogliere a Pisa il concilio, di che s’ era già tenuto parola in quello di Tours, e ne pubblicarono le lettere di convocazione. Si riunì esso infatti il 1.° di novembre, ma assai poco numeroso, e appena avea tenuto tre sessioni che per lo scontentamento del popolo fu costretto a ritirarsi a Milano, mentre il papa dal canto suo chiamava altro concilio ecumenico pel giorno 19 aprile 1512, scomunicava i cardinali di Santa Croce, di S. Maio, di Cosenza, di Bayeux, pel favore prestato all’altro concilio ; stringeva nuova lega con Venezia e col re cattolico il 4 ottobre 1511 (1), a cui poi aderì anche quello (1) Commcmorialì XIX, 164, 165.