48 nimicizia di Pietro de’ Medici, si volse poi all’ assedio di Serezana buona fortezza posta in paese sterile ed angusto, rinchiuso tra il maro ed il monte, ove i Fiorentini si erano disposti a fargli resistenza e per la natura del luogo e per la difficoltà dei viveri, poteva facilmente l’esercito francese trovarsi a mal partito ridotto. Ma salvollo la pusillanimità di Pietro de’ Medici il quale con numerosa ambasciata andò a presentarsi al re offrendosi pronto a dare ogni prova della sua devozione, e ignominiosamente consentendo a consegnare le fortezze di Sarzana, Sarzanella, Pietrasanta, Librafatta e le città di Pisa e Livorno, sulla semplice promessa di restituirle dopo fatta la conquista del regno. Im-pegnavasi inoltre Pietro ad un prestito di duecentomila fiorini, ma tornato che fu a Firenze trovò contro a sè sollevato tutto il popolo, cui vieppiù infiammavano i sermoni del Savonarola, onde vedendo che ornai per lui l’era finita, pensò a prontamente salvarsi e fuggitosi di Firenze si ritirò a Bologna, insieme col cardinale Giovanni e gli altri della sua famiglia. Una totale rivoluzione si operò in Firenze : furono i Medici dichiarati traditori e ribelli, una taglia fu imposta sulle loro teste, tutti quelli che essi avevano esiliato o esclusi dai pubblici onori, vi furono richiamati. Si mandarono ambasciatori al re Carlo, accagionando solo gli sbanditi della nimicizia mostrata alla casa di Francia, avere il popolo fiorentino sempre desiderata la sua venuta a sollevarlo dal duro giogo mediceo, e arrigando per tutti il Savonarola, chiamavaio inviato di Dio, e raccoman-davagli la città, nella quale invit,avaio ad entrare. Diede il re buone parole, ma poco poi entrando in Pisa dichiara-vala libera, apertamente mancando a quanto avea stabilito con Pietro. Mentre queste cose succedevano, Venezia spaventata alla notizia del soccorso che Alfonso nelle distrette sue avea do-