341 chiesa, con gran numero di candelotti intorno al sito ove fu deposta la bara. All’ entrata del coro era un gran pulpito di velluto nero con S. Marco in oro, dal quale Andrea Nava-gero (1) tenne l’orazion funebre ; poi il patriarca, salito al tribunale, cominciò l’officio e i figli e i parenti usciti di chiesa coi senatori se ne andarono nelle loro barche a casa. Grandissima era la calca del popolo, ma tutto procedette in pieno ordine. Il domani ‘26 giugno, chiamato Gran Consiglio e salito alla tribuna Gaspare Dalla Vedova vicecancelliere, pronunciò queste parole : In nomine Domini nostri Jesu Chris-ti ac Beatile Mariae Virginia mater ejus, nec non gloriosi Apostoli et Evangelistae protectoris nostri sancii Marci totiusque Curiae coelestis, vacante ducalu, per ohuum inclitae recorda-tionis Ser.mi Principis dni Leonardi Lauredano Ducis Ve-netiarum qui obdormivit in Domino die 22 mensis praesentis inter octavam et nonam lioram diei (2). Seguì quindi la convocazione del Consiglio per gli ordini spettanti alla elezione del nuovo doge, alla elezione do’ soliti correttori della Promissione e degl’ inquisitori al doge defunto. Ordinaronsi gli articoli della nuova Promissione : il doge non potesse dar risposta agii ambasciatori se non con termini generali prima d’aver consultato il Collegio od altro Consiglio; non potesse aver parte alcuna nei dazii; l’udienza nel giovedì e lunedì fosse pubblica a porte aperte a chiunque; i malfattori che dopo fatto il processo e confessato il (1) Stipendiato dal pubblico per iscriver la Storia veneta, ambasciatore in Spagna e Francia. Cicogna Iscriz. t. VI. (2) « In nome del sig. nostro (I. C. e della Beata Vergine Maria sua madre, nonché del glorioso apostolo ed evangelista protettore nostro san Marco e di tutta la Corte celeste, vacante ducato per la morte del serenissimo principe Leonardo Loredano doge di Venezia di gloriosa memoria che si addormentò nel Signore il 22 del mese presente Ira 1’ ottava e la nona ora del di.»