263 nico giurando sulla pietra santa fratellanza strettissima e perpetua a liberare la patria dal beffardo orgoglio d’un esercito straniero. Erano questi : Valerio Paltone, Luigi Val-goglio, Giacomo Filippo Rosa, Francesco Rozzone, Galeazzo Fenarolo, Annibaie Lana, Angelo Gaudi no, Gabriele Lan-tana, Gian Giacomo Martinengo, i quali mandarono pari-menti le loro profferte a Venezia ; poi, ad evitar confusione, le due congiure si unirono. Tutto era disposto ; nella notte del 18 gennaio 1512 Andrea Gritti provveditore do-vea trovarsi alla porta di s. Nazzaro coll’esercito veneziano, essi al suo giungere si sarebbero di quella porta impadroniti e avrebbergliela aperta. La congiura fu scoperta ; alcuni dei congiurati, tra’ quali l’Avogadro e il Martinengo, poterono salvarsi colla fuga. Pel fallito tentativo non si lasciò cader dell’animo l’Avogadro, anzi recatosi nelle valli Trompia e Sabbia tra i fiumi Mella e Chiese, chiamò alle armi tutti i montanari e gli abitanti del lago di Garda, e il 3 febbraio il Gritti si avanzava di nuovo verso Brescia, e dava l’assalto ad una delle porte (1). Mentre i Francesi erano colà affaccendati, una torma di contadini, rotta la grata che chiudeva il canale del ruscello Garzetta, ove questo sbocca fuori della città, per quell’ apertura entrarono. Primo a lanciarsi nella città fu il valoroso Valerio Pai-tono (2). Ben tosto in tutte le contrade si sollevò un grido generale : s. Marco, s. Marco, fu alzata la bandiera veneziana, i Francesi incapaci a far fronte alla sollevazione si ritirarono nella rocca, la città fu liberata. La Repubblica non tardò a mandarvi come provveditore Antonio Giusti-nian- e raccomandava vivamente ai provveditori dell’ esercito di ben attendere alla conservazione di quella città e del ponte sull’ Adige. (1) Ciò ordinavagli il Senato il 27 gennaio 1512, p. 101. (2) Valerio Paltone, cenni di Federico Odorici. (3) Secreta XLIX 5 febbraio 1612, p. 103.