66 natori è più savio di me, ma congiunti tutti insieme non ci è comparazion di sapienza (1) ». Giunse alfine 1’ adesione di Venezia alla gran lega progettata, e Lodovico contentissimo disse : « questo giorno sia quello che dia principio alla salute, bene e quiete d’Italia (2)». Doveva quindi Cesare romper guerra in Borgogna, Ferdinando di Spagna avanzare verso Perpignano (3), si doveano mandar truppe in 1495. soccorso del re di Napoli, quando ecco il 27 febbraio chiamati gli ambasciatori veneziani, Lodovico tutto melanconico disse loro : Signori ambasciatori, abbiamo una mala nuova ; Napoli è perduta, il re francese accolto allegramente dal popolo (4) ; ma non perciò voler egli desistere dal suo proponimento, essere pronto a fare quanto volesse la Repubblica, ma presto. Vennero dipoi suoi ambasciatori, quelli di Massimiliano e di Spagna a Venezia, ove fu trattata una quintupla alleanza, per la quale, Spagna, Venezia e Milano metterebbero otto mila cavalli per ciascheduno e quattromila pedoni, Massimiliano sei mila cavalli e tremila pedoni, e queste forze terrestri avrebbero ad essere sostenute da sufficiente armata. La cosa non potè però passare tanto segreta che il Comines signore d’ Argenton, residente in Venezia come ambasciatore di Francia, non ne prendesse sospetto, onde presentatosi in Senato il 30 marzo assicurando delle buone disposizioni del suo re e della sua risoluzione di tornare in Francia, dimostrava l’inutilità della lega. Rispose il Senato burbanzosamente, avere il re mancato alla sua parola, aver ritenuto contro i patti alcune fortezze del papa e parecchi luoghi dei Fiorentini. (1) Dispacci Badoer, 3 febbraio. (2) Ibid. p. 78. (8) Il re di Spagna fece dono alla Repubblica d’un re delle Canarie che fu portato a Venezia il 17 maggio 1497 da Francesco Cappello ed ebbe alloggiamento a Padova. Cronaca Magno t. IV, presso Cicogna. (4) Dispacci Badoer, 27 febbraio.