234 scrivere al bailo a Costantinopoli (1) facesse conoscere al sultano come codesta lega di principi volgerebbesi in fine a suo danno, mentre Venezia all’ incontro aveagli sempre serbata fede, e se dopo tale sposizione venissegli fatta qualche offerta accettassela, vieppiù dimostrando come sarebbe non solo a comodità della Signoria di Venezia, ma eziandio a benefizio di Sua Altezza, poiché essendo suffragati i Veneziani si difenderebbero gagliardamente e per tal modo si farebbe dissolvere quell’ unione. Poi il 18 incaricato del maneggio, insieme col bailo, anche Nicolò Giustinian che trattenevasi a Costantinopoli per ragione di traffico, gli raccomandava procurasse dal sultano un prestito di cento mila ducati almeno, ma prima ancora sussidii di truppe, e cercasse indurlo a cessare di provvedersi di panni dai Ragusei, Fiorentini, Anconetani, Genovesi che poi adoperavano il danaro ad aiutar 1’ alleanza, ricorrendo piuttosto ai Veneziani, i quali gli darebbero intanto panni per cinquanta mila ducati allo stesso prezzo, e per gli altri cinquanta mila tante gioie elettissime in cauzione (2). Ed al console in Alessandria scriveva raccontandogli il corso degli avvenimenti, ed eccitasse anche quel soldano a rumare il commercio dei Fiorentini, Genovesi, Catalani (3). A tali estremi aveano ridotto la Repubblica, la pervicacia de’ suoi nemici e la falsa politica generale : essa, che*' fu prima e poi il baluardo della Cristianità contro i Turchi, vedevasi ora costretta per la propria conservazione ad implorarne il soccorso ! E fu infatti il timore dei Turchi che ritenne il re di Ungheria dal prestar ascolto agli eccitamenti di Massimi- liandosi colla Repubblica temeva di nuovo per le terre di Romagna, Sanuto IX, p. 31. (1) 11 settembre, Secreta. (2Ì 18 settembre, Secreta, p. 59. (3) 27 settembre, Secreta.