442 Obbligavasi l’Inglese a fornire grossa somma per assoldare un considerevole esercito francese da esserne affidato il comando a Lotrecco ; alle genti veneziane comandava il duca d’ Urbino (1) ; entrarono nella lega i Fiorentini. Con buoni auspicii cominciava la guerra. Lotrecco prendeva Alessandria; Andrea Doria genovese, valentissimo uomo di mare, assoggettava di nuovo la sua patria a Francia. In pari tempo la flotta veneziana sotto gli ordini di Pietro Landò correva i. mari di Sicilia, un’ altra armata sconfiggeva l’imperiale nei mari di Sardegna. Ma il generale francese mostravasi poco disposto a restituir Alessandria al duca Francesco, ed il Senato caldamente raccomandavagli volesse prontamente togliere ogni motivo di dissapore (2) ; badasse che già vociferavasi in Italia di differenze insorte tra collegati, evitasse qualunque benché remota cagione di dissidio, e restituita Alessandria si affrettasse a passare il Po, e ad avanzarsi all’ impresa di Milano. Così sollecitato il Lotrecco faceva la consegna d’Alessandria, ma non si mostrava punto disposto a secondare le premure del duca e della Repubblica nell’ aiutarli a riprendere Milano prima di marciare verso Roma, lo che sarebbe stato certamente il partito più saggio. Allegando egli invece gli ordini del suo re e di Enrico Vili, s’ostinava nel suo divisamento e perdeva inoltre molto tempo intorno a Piacenza, trattenuto anche dal venire a decisive operazioni per le pratiche di pace sempre sussistenti con Carlo V, e che non furono interrotte se non nel gennaio del 1528. Intanto venne notizia che il papa avea convenuto cogl’ imperiali, e dopo sei mesi di pi’igionia, riacquistata la libertà, ritiravasi ad Orvieto. Alla sua liberazione cominciarono nuovi disturbi pei (1) Numero delle genti veneziane e francesi in Lombardia. Sa-nuto XLYI, 383. (2) 18 sett. 1527, p. 85, Secreta.