118 rente per la spedizione di Napoli, dopo la dimora di un mese in Milano, ripartì alla volta di Francia, lasciando in qualità di suo luogotenente il maresciallo Gianjacopo Tri-vulzio. Se non che l’orgoglio dei Francesi, i loro duri trattamenti verso i popoli, l’aspro governo del Trivulzio inacerbivano ogni dì più gli animi, e facevano volgere di nuovo il desiderio all’antico signore, del che ebbe appena notizia il Moro, che si mise più che mai a sollecitare da Massimiliano soccorsi, e già cominciavano a giungere notizie de’suoi movimenti, quando la Repubblica comunicandole prontamente agli oratori francesi a Venezia, esortava a far tosto gli opportuni provvedimenti. Scriveva inoltre anche al papa che volesse nel prossimo giubileo proibire a Massimiliano e agli altri principi di Germania e d’Italia di non mover le armi se non contro gl’ infedeli, convocando anzi presto a questo oggetto un Concilio (1). Se non che la buona relazione della Repubblica col papa minacciava d’intorbidarsi per l’ambizione del Valentino, il quale ornai volgeva cupido lo sguardo a Faenza, Rimini ed Urbino, città che si erano poste sotto la protezione dei Veneziani, e nelle quali essi mandarono rinforzi, facendo sapere al papa che muover le armi contro di quelle sarebbe come volgerle contro la Repubblica (2). Dal che inanimito anche il signore di Pesaro, mandava raccomandandosi, ma aveva in risposta che la Repubblica non voleva mischiarsi delle cose del papa a cui quella città era tributaria. 1500. Intanto s’ udivano notizie sempre più allarmanti delle mosse di Lodovico, e la Repubblica esortava il re a stare vigilante, ad assoldare Svizzeri a Berna, e mandava ella stessa verso Lombardia le sue genti di Romagna (3). Però il) Secreta 17 ott,, p. 145. (2) Secr. p. 156, 160. (3) Pag. 186, 4 febbraio 1500,