239 esposta, e ohe avrebbe fatto il poter suo per tener fronte al nemico. Correva il mese di decembre, e per copiose pioggie le acque del Po ingrossarono, e il ponte costruitto dal Trevi-san ne fu svelto. Costruivano un nuovo, ma intanto nella notte i Ferraresi sopraggiunti con grossa artiglieria, cominciarono per modo a fulminare le galee che molte colarono a fondo, altre furono prese, poche col capitano poterono salvarsi. Il quale giunto a Venezia e sottoposto a processo ebbe tre anni di confinamento a Portogruaro (1). Scrisse tosto il Senato al provveditore Gio. Paolo Gradenigo, che se i nemici passassero il Po, mettesse ogni cura alla difesa dell’ Adige, e ai provveditori Gritti e Marcello che allora erano coll’ esercito a Lonigo, ordinò mandassero soccorsi. Poi rifatta l’armata ne affidò il comando a Pietro Balbi podestà di Padova. Ciò che più stava a cuore alla Repubblica era però di ottenere la riconciliazione col papa, e rispondendo alle pretensioni da questo esternate al Corner, scriveva al suo oratore a Roma tornando sul giustificare e scusare la propria condotta : non avere cogli Anconetani che alcuni patti di commercio (2) : circa poi al Golfo se non si trattasse d’altro che di una particolare utilità, facil cosa sarebbe soddisfare ai desiderii del papa, ma trattandosi di una giurisdizione goduta da tante età con buona grazia di tutt’ i sommi Pontefici suoi predecessori e con permissione di tutt’i re e signori che hanno loro Stati su di quello, giurisdizione acquistata e mantenuta a comune beneficio della cristianità con tanta spesa ed effusione di sangue, non vedeasi perchè or si avesse a rinunziarvi ; considerasse Sua Santità, che sarebbe un dar campo ad entrarvi anche al Turco, e non (1) Registro Deda, Mag. Cons., 3 marzo 1510, (2) Secreta 9 nov. 1509, p. 82.