26 essere venuto un ambasciatore di Francia per chiedere a Sua Santità l’investitura del regno (1), essere quel re fermo e risoluto di eseguire la impresa, farne i più grandi apparecchiamenti, non esserci dunque tempo a perdere. La medesima cosa scriveva Lodovico alla moglie a Venezia, onde d’ accordo cogli oratori veneziani a Napoli, facesse tutto il possibile per recar a termine quelle controversie, il che non succedendo, la lega si troverebbe nella necessità di non lasciar fare ingiuria al papa e ne deriverebbero funesti effetti, rinnovando le medesime istanze al suo ambasciatore a Napoli Antonio Stanga, il 28 giugno, con una nota, che si vede di comune accordo e che portava la stessa data da Venezia e da Milano (2). Ma un accecamento, direi quasi inesplicabile, trar dovea il re di Napoli a precipitare gli eventi, e colla propria ruina far quella altresì della povera Italia, onde il Vimercati scriveva da Venezia, come le cose lungi daH’inclinare a pace, sempre più inacerbivano ; essere già il duca di Calabria al confine degli Stati della Chiesa con quaranta squadre, e D. Federico ad Ostia con quattordici galee, altri grandi apparecchiamenti fare il re, il quale cercava ridurre il papa a termini tali che non potesse fare nè dire, nè aprire bocca se non servendo la volontà sua. Se non che la notizia poco dopo giunta dalla prossima venuta del Peron (3), portava grande cambiamento alle cose, imperciocché e dal re cominciò ad introdursi qualche pratica (1) 28 Giugno Secreta, 175. (2) Dispaccio 28 giugno 1493. (3) « Re Ferdinando intesa la deliberai ione del re di Franza conclusa in la vigilia de Nadal, de vegnir in Italia fatoli a saver per quelli del Banco dei Medici da Fiorenza, che avevano banco in la citade de Lion, i quali per subornation avevano inteso tutto, e per questo poi fonno fatti discazar da Lion per il re. » Cronaca Magno. VOL. V. 4