l’impresa ; ad ogni modo, soccorresse o no, sarebbe il re ugualmente grato : chiudeva infine colla lusinga che, fatta l’impresa di Napoli, si potrebbero operare alcune necessarie riforme nella Chiesa e molte altre cose assai opportune al bene universale della cristianità. Alle quali larghe profferte rispondeva il Senato : aver sempre riconosciuta l’equità dei reali di Francia, continue-rebbesi nell’alleanza, la quale non avea punto bisogno d’essere per nuovi trattati rinnovata, ma ricordasse che il Turco vedendo le dissensioni cristiane avea 1’ anno scorso devastata la Croazia e nei giorni passati poco avea mancato non occupasse furtivamente Belgrado, porto dell’Ungheria ; aversi notizia che altro esercito era passato alla volta di Lubiana, i quali popoli tutti domandavano soccorsi al pontefice e a tutta Italia, mentre questa nelle presenti turbazioni nulla poteva fare. E così col mettere innanzi come al solito il Turco, la Repubblica schermivasi di entrare in nuovi impegni col re, e scriveva al suo oratore a Milano (1), che giacche Lodovico avea anche ultimamente scritto della sua buona disposizione alla quiete d’Italia, vieppiù lo sollecitasse a darne prova col fatto, procurando 1’ allontanamento dei Francesi : poi richiesta del come a ciò potesse il duca onorevolmente indurre il re, rispondeva, rappresentassegli i (1) Lodavasi la lettera di Lodovico nella quale confirmatur per-severantia ipsius Exc. in optima disposinone sua ad quieterà et ubi potissimum, post declaratam deliberationem Ckr. Majestatis circa Se-razanmm et Petram santam, Éxc. sua affìrmavit ipsam deliberationem se suasisse prò diversione materiae a majori expeditione regni Neapolitani, cum presertim dieta loca veniant Januensibus restituendo. — S’adopri dunque 1’ Oratore verso Ludovico : suadendo et hortando ut procuret reditum in Franciae Chr. maj. et sedationem perturbatio-num presciitium quod in manu Exc. sue consistere videbatur tamex iis quae saepe eadem pollicita est ad hec proposito quam ex conclusione facta ab illis dnis Consiliariis antedictae maj. asserentibus q. ea id facerei, quod vellet Illmus D. Ludovicus. Secr. 9 ott., p. 33.