Capitolo Secondo Macchinazioni in Francia, Germania e Papa contro Venezia. — Maneggi diplomatici. •— Trattato di Blois contro i Veneziani. — Questi cercano di ripararvi colla destrezza politica specialmente calmando il Papa. — Turbazioni d’Italia. — Sospetti destati dalla venuta di Massimiliano. — Egli richiede d’ alleanza la Repubblica. — Sforzi di questa per impedire la venuta di stranieri in Italia. — Ambasciatore dell’imperatore e risposta del senato. — Scontentamento dell’imperatore. — Discorso del doge all’ ambasciatore imperiale. — Speranze da Francia e buone parole da Spagna. — Prime ostilità e vittorie dei Veneziani. — Il vescovo di Trento mediatore di una tregua, che si conchiude per tre anni. — Ma con poca apparenza di durata. — Congresso di Cam-brai. — Deliberazioni cne vi si prendono. — Spartimento delle terre veneziane. La Repubblica non ignora codesti maneggi. — Varii avvisi che le ne pervengono. — Il senato domanda schiarimenti. — Profonda dissimulazione del re di Francia e del cardinale di Roano. — E del re di Spagna. — Lettera dell’ambasciatore Corner, da Valladolid. — Altri avvisi da Londra. — Provvedimenti della Repubblica. — Incendio dell’ arsenale. — Maneggi politici. — Commissione al secretario Stella presso all’imperatore. — Discorso del doge nel Maggior Consiglio. — Primi movimenti di guerra. — Il Papa scomunica i Veneziani. — Deliberazioni di questi in proposito. — Condizione delle cose. 1504. Fu infatti appena conchiusa la tregua tra Francia e Spagna, che già re Lodovico rannodava nuove pratiche con Massimiliano per ridur a termine il trattato condotto molto innanzi fino dall’ ottobre 1501, poi per insorte differenze rimasto sospeso (1). Di siffatti maneggi ebbe tosto avviso la Repubblica da D. Lorenzo Suarez ambasciatore di Spagna in Yenezia, il quale aggiungeva che molto vi si affaccendava anche il Papa (2), e faceva in nome del suo (1) Vedi sopra, pag. 123. (2) 22 aprile 1504 Secreta p. 17, t. XL. Si vede dunque quanto falsamente fu finora creduto e con tanta asseveranza anche da recente storico affermato che la Repubblica non sapesse nulla di quanto contro di lei si macchinava.