102 Minerva per la elezione del nuovo pontefice. Della qual dignità ambizioso, era accorso di Francia Giorgio d’ Amboise cardinale di Roano, e seco conduceva il Cardinal d’Aragona e il cardinale Ascanio Sforza liberato due anni innanzi dalla prigione (1). Ma le sue speranze rimasero ben tosto deluse per la elezione succeduta il 22 settembre nella persona di Francesco Piccolomini sanese, diacono cardinale ed arcivescovo eletto della patria sua, che assunse il nome di Pio III. Nè i Veneziani erano rimasti oziosi spettatori di questi fatti, e fin dall’ 8 settembre scriveva il senato al rettore di Ravenna (2), intorno a certe pratiche già introdotte tra la Repubblica e varie città di Romagna, che se si potessero avere alcune terre del Valentino sarebbe bene accettarle, cominciando specialmente da Faenza, come la più importante, e che tirerebbe dietro a sè la dedizione delle altre ; conferisse dunque col capo delle fanterie e con Gianpaolo Man-froni per condur a termine quelle pratiche con ogni celerità, circospezione e secretezza; entrate che fossero le genti veneziane in quelle terre, alzassero le insegne di s. Marco, promettendo buon trattamento al popolo, al quale si conserverebbero le antiche istituzioni, e si concederebbe per qualche tempo 1’ esenzione dalle gravezze, assumendo la Repubblica a proprio carico di pagare il censo dovuto alla camera apostolica. Non tardava infatti il duca Guidobaldo d’Urbino (3) di offrire sè stesso, la sua città e le fortezze alla Repubblica, e di mettere ogni cosa nelle sue mani, solo chiedendo un sussidio annuale di diecimila ducati obbligandosi dal canto suo a mantenere all’esercito cento uomini d’ arme (1) Condotto prigioniero in Francia insieme col fratello Lodo-vico nel 1500. (2) Secreta p. 106. (3) Pag. 108. Suo contratto di condotta al servigio della Repubblica, Commemorialì XIX, 4 sett. 1503, p. 13.