259 cl’Inghilterra a difesa e sostegno della santa madre Chiesa. In virtù di questo trattato il re Ferdinando mandava nel regno di Napoli mille dugento lancie od uomini d’ arme, mille cavalli leggeri e diecimila fanti da mantenersi a spese del Pontefice e della Repubblica, i quali sotto il comando di Raimondo da Cardona dovevano operare colle truppe papali nella Romagna, nel tempo stesso che si muovevano di nuovo gli Svizzeri a calare nella Lombardia, ove reggeva allora come governatore Gastone di Foix duca di Nemours nipote dello stesso re. Massimiliano intanto, tardo sempre nelle cose della guerra, cercava con bandi che facea penetrare in Venezia di eccitare il popolo alla sollevazione. Già uno aveane pubblicato da Augusta, il 15 aprile 1510, ora altro faceane susseguire da Innsbruck, il 1.° agosto 1511 (1). Furono portati ai capi del Consiglio dei Dieci, i quali non mostrarono curarsene (2). Una nuova commissione per Massimiliano però mandava il Senato ad Antonio Giustinian in data 28 luglio 1511(3): dovesse ricordare l’antica osservanza veneziana verso gli imperatori ed esprimere il desiderio di continuarla, le cose passate essere occorse principalmente a cagione dei Franceà’, che anche a lui mancavano di fede e disegnavano insignorirsi di tutta Italia, non avendo rispetto nè a Sua Maestà, nè alla Santa Sede, nè ai luoghi a questa sottoposti ; che quando la Repubblica avea conchiuso tregua coll’imperatore per venir poi ad onorevole pace, essi aveano fatto il possibile per impedirla ; volesse egli dunque impor freno alla loro insaziabile cupidigia ; movesse a tutela propria e (1) In esso volgevasi al popolo eccitandolo contro la tirannia dei gentiluomini, promettendo pieno e libero possesso di tutto quanto aveva in terraferma, esenzioni e favori d’ogni specie, partecipazione al governo ecc. (2) « Tamen li cai di X tolera vano dite polize nè altro era». Saluto, Diarii voi. XII, p. 235 adì 16 luglio 1511. (3) Secreta XLIY, p. 40.