266 la signora che avealo colto in casa e le sue due figlie; gli orrori durarono due giorni. Alfine Gastone di Foix vi pose termine e fece uscire dalla città le truppe, ma ordinò si decapitassero il conte Avogadro e i suoi due figliuoli. Tale fu la compassionevole sorte di Brescia (1). Ma non però migliorarono le condizioni di Francia. Erasi il 14 novembre 1511 concluso un trattato a Londra tra Ferdinando d’ Aragona ed Enrico Vili, il cui scopo era, sotto pretesto di difendere il papa, quello di ricuperare gli Inglesi la Guienna, gli Spagnuoli la Navarra. Difatti nel parlamento apertosi a Londra il 4 febbraio 1512 il re espose il suo divisamente di assaltare la Francia, sciogliere il concilio di Pisa e far restituire Bologna alla Chiesa. Ottenne considerabili sussidii, e benché poi la spedizione per gl’ inganni di Ferdinando, pago della riacquistata Navarra, non conseguisse effetto, tuttavia l’accumulamento di tanti nemici, mosse il Trivulzio a incaricare il Gritti suo prigioniero, di fare proposizioni d’ accordo al suo governo (2). Rispose il Gritti non acconsentirebbe mai la Repubblica ad accomodamento stando le cose come stavano, poiché se avesse voluto cedere anche solo qualche parte del suo dominio, avrebbe potuto combinarsi coll’ imperatore a buone condizioni. A tali parole rimase il Trivulzio alquanto sospeso, e pensieroso gli disse: «Voglio che tu m’intenda, ben sai che di quello possede la Maestà del mio re non è a pensare a restituzione alcuna, ma ben potrebbesi di tutto il resto che la Repubblica ha perduto, non escludendo neppur le terre di Romagna (3), e son certo che la Maestà del re farà tanto quanto la Signoria saprà domandare». (1) Racconto dei fatti di Brescia in lett. all’Orat. a Roma 27 febbraio 1512 Secreta. (2) Lettera all’Oratore a Roma 23 marzo 1512 Secreta, p. 11G. (3) Queste parole doveano esser taciute al papa. Nota nel Secreta. Ibid.