Capitolo Primo. Morte del doge Agostino Barbarigo. — Istituzione dei tre Inquisitori del doge defunto. — Elezione di Leonardo Loredano, doge LXXV. — Diligenza posta dalla Repubblica per mantenersi neutrale nelle guerre d’Italia. — Morte di papa Alessandro VI, e ruina del Valentino. — I Veneziani s’impossessano di alcune città, della Romagna. — Lagnanze per ciò del nuovo papa Pio III, e giustificazioni de’ Veneziani, — Morte di Pio ed elezione di Giulio II. — Protesta di questo contro gli occupatori delle terre della Chiesa. — Dichiarazione della Repubblica e principio de’ suoi dissidii con Roma. Testimonio della guerra col Turco, non avea il doge Agostino Barbarigo potuto vedere raffermata pel conchiuso trattato almeno per qualche tempo la pace, essendo morto il 20 settembre .1501 in età di ottantadue anni e in mala fama d’orgoglio e d’avarizia (1). Infermo da oltre un mese aveva chiamati a sè il giorno 13 i consiglieri, e detto loro, eh’ ei ben sentiva non poter più esercitare degnamente l’ufficio suo, onde vedendo la Repubblica in tanti travagli abbisognare d’un capo valente e di grande operosità, esser egli disposto a rinunciare, e pregavali volessero eleggere un più degno. Poscia levatosi di dito l’anello il consegnava al consigliere anziano, dicendo: « Ve spazzerò (sgombrerò) il palazzo e anderemo in la nostra casa a s. Trovaso (2), e lì finiremo la nostra vita, e pregove per ben vostro acceptè la mia refudason (3). » Ma i consiglieri commossi risposero : « Serenissimo principe, nui speremo in Dio ve renda la vostra sanità sichè podè ancora continuar qualche anno nel doga- (1) Priuli p. 121. (2) Santi Gervasio e Protasio, contrada della città. (3) Il mio rifiuto (la mia rinunzia).