464 noscere che non avranno da essere inclusi nella pace se non quanto sarà la volontà di Cesare. Adesso volendo parlare 1’ oratore veneto ad alcuni di loro non lo lasciano parlare e mai gli hanno voluto mostrare quei capitoli sopra confederati che dicono aver fatti, e tutto il mondo dice che sono in effetto esclusi e che bisogna che rendano grosso e grosso conto. Del caso di Y. E. sempre mi hanno detto che l’avevano nominata per confederata, e che non gli era opposta cosa alcuna, pur io mai ho sperato nè spero, anzi ho inteso da alcuni che parlando la madama reggente con la signora madama Margarita le mostrò lettere di Barcellona, che le dicevano essere appontato dall’imperatore coll’oratore di Ferrara. Hanno detto che voleno scriverli e mandare un gentiluomo in posta fra due giorni, che è mal segno : in somma se pur anco li Cesarei nen volessero uccellare Francesi, tutto è fatto e posto in mano dell’imperatore. Non è da pensare che la pace non debba procedere, essendosi fatta tanto avantaggiosa per l’imperatore, pur non è ancora pubblicata e dubitasi che si aspetti risposta da Spagna avanti la pubblicazione. Io penso, quando saremo dal Cristianissimo, in escusazione della esclusione nostra vorrà confortarne che ricuperati li figliuoli suoi non sarà per mancare ad Italia, anzi come libero farà più gagliardamente. Io vedrò se così presto potessi ritrarre qualche danaro per difendere intanto Alessandria e il resto dello Stato, benché io non speri averne quattrino, sì perchè dirà che non ha il modo, avendo da sborsare presentemente tanta quantità di danaro, sì perchè presumerà Y. E. esser appontata coll’imperatore e perchè non cura molto che le cose dello Stato di Milano siano più in mano di Y. E. che di Cesare ». La Repubblica dunque decidevasi anch’ essa per lo minor male alla pace e scriveva all’ oratore Griustinian (1) (1) Secreta 9 luglio 1529, p. 107.