373 tramente, Dio faccia le mie vendette ». Accommiatato quindi l’ambasciatore e rimessa ogni altra vertenza risguardante il commercio al suo cogia e ad altri del consiglio, il Trevisan si partì dalla presenza di sua Serenità e venuto a conferenza coi ministri potè ridurre a termine nuovi capitoli a vantaggio del commercio veneziano in quelle parti; e molto onorevolmente accompagnato, si partì seco conducendo il Zen. Alla fama della vittoria riportata da Selim mandarono i Veneziani al Cairo il 26 maggio 1517 Bartolomeo Contarmi e Alvise Mocenigo a congratularsene (1), e gli annunziavano in pari tempo di aver ricuperate tutte le provincie in Italia, di avere spediti gli ordini opportuni in Cipro affinchè si pagasse a lui il tributo, che fino allora erasi pagato al soldano d’Egitto, e domandarono fosse loro, come prima, assicurato il commercio in quelle parti. Poterono infatti con lui concludere un nuovo trattato (2), ma alcuni malumori per certi navigli predati da sudditi veneziani (3), e i grandi armamenti che il sultano faceva, mettevano in non poca apprensione ; tem evasi sopra tutto per Rodi, quando la morte del sultano accaduta il 22 settembre 1520 dissipò per allora ogni sospetto. Saliva sul trono il 30 settembre 1520 Suleimano, il più famoso dei sultani ottomani, a cui fu dato il titolo di magnìfico, grande contemporaneo dell’ imperatore Carlo V e del re di Francia Francesco I. Il 14 maggio 1521, spediva la Repubblica Marco Minio (4) a congratularsi del suo innalzamento, ad appianare le insorte differenze, ad ottenere compenso di alcuni danni, ma specialmente a rinnovare la pace del 1513 e del 1517 col suo predeces- (L) Secreta XLVII, p. 59. (2) Comm. XX, 8 sett. 1517. (H) Lett. di Selim alla Signoria 29 ott. 1518, Sanuto XXVI. (I) Secreta XLVIII, 18