232 Padova Alvise e Bernardo Loredan figliuoli del principe, accompagnati da circa venticinque patrizii e loro provisionati su quattro barche, e tra essi un Girolamo Grimani che a proprie spese conduceva venticinque uomini a cavallo (1). Erano in tutto cento settantasei i nobili accorsi alla difesa di Padova, distribuiti alle varie porte e ai punti più minacciati (2). Il Gl'itti scriveva al Governo un esatto rapporto della condizione della città e dei lavori fattivi (3), ed un bando del Senato incoraggiava, animava il presidio, i cittadini, i villani, a dar bella prova di sè, e mantenere in gloria il nome veneziano (4). I rinforzi erano partiti da Venezia sulle barche salendo il Brenta, e prima che il nemico, presentatosi di nuovo il 31 agosto al Bassanello, avesse circondata tutta la città. Cominciò contro questa più terribile che la prima volta il fuoco delle artiglierie, ma poco frutto mettevano, instancabili essendo i difensori nel riattare le scassinature, otturare gli squarci fatti nelle muraglie, alzare nuovi ripari ; laonde Massimiliano cercava muovere contro la Repubblica anche il re d’Ungheria (5) eccitandolo al riacquisto della Dalmazia ; scagliava nella città colle freccio, sue lettere nelle quali animava i cittadini a tornare al vero e legittimo loro signore e principe, aver lungamente esitato avanti di venire a porre 1’ assedio per non guastare si nobile città, ma aver-velo alla fine costretto la ostinazione loro, tuttavia quando acconsentissero a partirsi dai Veneziani ribelli e scomunicati, ei li riceverebbe in grazia e i capitani e soldati che vo- (1) Sanuto IX, p. 110. (2) La loro distribuzione leggesi in Sanuto IX, p. 118. (3) Sanuto IX, p. 105. (4) Ibid 9?. (5) 27 agosto 1509. Sanuto IX, e la Lettera di Massimiliano a quel re, nei dispacci di Pietro Pasqualigo oratore in Ungheria 25 aprile 1510 presso Cicogna.