18 donne aveano dimesso ogni ornamento, già alla sua voce erasi fatto grande falò delle pitture e dei libri immorali ; e gravi e scandalose scene di frequente accadevano tra i suoi aderenti che si dicevano i Piagnoni e la gioventù amante dei piaceri che aveva formato una consorteria detta degli Arrabbiati o dei Compagnoni; un .terzo partito infine esisteva di tendenze affatto politiche e che solo mirava a favoreggiare i Medici, onde tenendosi, quanto ai costumi, di mezzo tra li altri due, ebbesi il nome dei bigi. Ora il frate nel fervore del suo zelo minacciava armi straniere prossime a punire Italia de’ suoi peccati, e Carlo VIII trovava in lui quasi un precursore e un banditore della sua venuta. Dei pensieri del re era pienamente istruito Lodovico col mezzo dei suoi ambasciatori di Francia, onde ricevute appena certe lettere importantissime da colà in data 14 e 15 maggio, incaricava il suo oratore Taddeo Yimercate a Venezia di darne comunicazione alla Repubblica. Nè contento a questo, nel mentre scusavasi dall’accettare l’invito di recarsi a Venezia, vi mandava la moglie Beatrice, principessa di grande ingegno e perspicacia, e benché giovane, delle cose di stato intendentissima. Sposata da due anni, non ancor ventenne, a Lodovico che toccati già avea gli otto lustri, e-ragli consigliera ed eccitatrice, dicesi, per ambizione di regno e femminili gare con Isabella moglie del duca Galeazzo, alla malaugurata chiamata di Carlo. Veniva a Venezia incaricata di rappresentare alla Signoria la condizione delle cose e chiederne consiglio, appoggio e direzione. Doveano accompagnarla il Rev. Vescovo di Como, D. Girolamo To-tavilla, D. Pietro Landriano, D. Angelo Talento, D. Galeazzo Visconti, suoi consiglieri, ai quali dava la istruzione che per la sua importanza vogliam qui riferire. Dovevano i quattro ambasciatori presentarsi alla Signoria e, mostrate le proprie lettere credenziali, parlare in