.250 egli stesso vi aveva chiamati, scomunicare il duca di Ferrara e proclamarlo decaduto, perchè si atteneva ai Francesi; maneggiare con Ferdinando il Cattolico, con Luigi XII, con Massimiliano sperando che dal conflitto di tanti differenti interessi avesse infine a riuscire la libertà d’Italia. Era, convien confessare, uno strano liberatore ! Non dimentico di nessun diritto, di nessuna prerogativa della romana sede, facevasi a domandare a Ferdinando il Cattolico il sussidio di quattrocento lancie di Spagna promettendogli in cambio l’investitura del regno di Napoli. Della qual venuta di Spagnuoli giustamente insospettita la Repubblica, scriveva al suo oratore a Roma (1), facesse attento il papa che non si volgessero poi ai danni di lei, mentre già mostravano avviarsi verso Verona per congiungersi cogl’ Imperiali, e perciò si adoperasse a far sì che sotto il duca di Termoli, movessero piuttosto in soccorso delle genti veneziane contro Ferrara, dal che avverrebbe che i Francesi si metterebbero in sospetto degli Spagnuoli, e Massimiliano, mancatogli l’appoggio di Francia, più facilmente acconsentirebbe alla pace (2). Già i dieci mila Svizzeri assoldati dai Veneziani erano penetrati nel Milanese, e benché la squadra veneziana presentatasi davanti Genova non pervenisse ad eccitarvi una rivolta, progredivano però le armi alleate nel Ferrarese, ove Giovanni Moro capitano generale (3) riportava grande vittoria sul Po e cancellava la macchia della sconfitta del Trevisano ; nella Terraferma altresì riacquistavano i Veneziani, Bassano, Cittadella, Asolo, Marostica, Belluno (4), rientravano in Vicenza e si presentavano, capitanati da Lucio Malvezzi, sotto Verona. (1) 7 luglio 1509 Secreta XLIII, 69. (2) Ibid. 10. (3) Ibid. 26 sett., p. 126. (4) Ove fu fatto prigioniero And. Lichtenstein. Cons. X, 30 ag. 1510.