415 anco caduto nella privazione dello Stato, nè essere nelle commissioni di S. E., com’egli stesso avea detto, di metter mano negli offici dello Stato di Milano. Ciò udito il marchese, mandò al Senato il seguente ordine del giorno (1). « Per parte dell’ illustrissimo ed eccellentissimo signor Ferdinando Francesco Davalo de Aquino marchese di Pescara e capitano generale della Maestà Cesarea in Italia ed in nome di essa Cesarea Maestà, si comanda a Voi reverendi e molta magnifici signori senatori del Senato di Milano, e a voi secretarii ed altri officiali del detto Senato, che alla pena della confiscazione de’ vostri beni nella quale sarete incorsi in caso d’inosservanza del presente comandamento, dobbiate d’ oggi in avanti attendere alla esercitazione dei vostri offici in nome della prefata Maestà Cesarea con quella fedeltà e diligenza come si ricerca in simili of-ficii. Datae Mediolani 17 novembris 1525, segnata e sigillata more solito, presentata die XX instantis ». E’ facile imaginare quale impressione facesse sul Senato e sulla popolazione in generale un tale autorevole atto del Pescara, il quale sol troppo chiaramente dimostrava che ad onta di tutte le parole in contrario, lo spossessamento del duca Francesco era cosa deliberata e stabilita. Laonde congregatosi il Senato fu preso di fare al marchese la seguente risposta (2). « Illustrissimo signore ! V. E. dev’ essere assai certa che il Senato in generale ed in particolare fu sempre devotissimo ed affezionatissimo alla Maestà Cesarea, atteso che nella elezione si ebbe principale considerazione di ammettere quelli che a detta Maestà fossero inclinatissimi, e questo con partecipazione e consenso dell’illustrissimo signor Prospero Colonna cesareo capitano, ed essendo inoltre seguite di (1) Ibid. p. 248. (2) Ibid. p. 295.