59 Del che non è a dirsi quanto disgusto he venisse alla Repubblica prevedendo i mali effetti che ne sarebbero derivati(l). Difatti Lodovico ne andò in furore e protestava voler apertamente dar braccio al re di Francia, e favorirlo per ogni modo, e non bastando, solleverebbe il re de’ Romani, e vorrebbe far tutto il male possibile. « Ei non mi conosce ancora, così esclamava contro il papa, e crede che io sia come lui che non ha nè amore nè fede. Io vi prometto che ’1 farò pentire e non son per patir questa ingiuria per cosa di questo mondo ; voi vedrete, lasciate pur fare a me » (2). Il papa invero non tardò ad avvedersi del passo inconsiderato che avea commesso e rimise in libertà i prigionieri, del qual ravvedimento profittando 1’ ambasciator veneziano, rinnovò a Lodovico la preghiera che ora, liberato il fratello, volesse in effetto pensare alla quiete d’Italia. Era però ornai troppo tardi e il papa stretto dalle armi di Carlo da ima parte e dai Colonnesi dall’altra volle tentar di avviare un accordo col re. Trovò in Carlo animo più disposto che non si attendeva, desideroso com’ era di non entrare in aperta guerra col pontefice e di non tardare la sua gita a Napoli, difettoso inoltre di vettovaglie. Yennero a trattare il maresciallo di Griez, il siniscalco di Beaucaire, e Giovanni Gannai primo presidente del Parlamento di Parigi, i quali chiedevano che il re dovesse essere accolto amichevolmente in Roma, ove rispetterebbe 1’ autorità papale e le immunità della Chiesa, riserbandosi a concludere tutte le altre' parti d’una perfetta riconciliazione al primo abboccamento che avrebbe col pontefice. Duri patti erano questi per Alessandro, cui molto coceva dover dare sè e la sua città in mano al nemico, e privarsi de’ soccorsi dei (1) Secreta 17 die. 1494. (2) Dispacci Badoer, p. 50.