340 devano grossi ceri, nelle panche intorno sedevano ventotto patrizii vestiti di paonazzo. La comitiva si mise in movimento. Precedevano cento diciannove gonfaloni delle scuole piccole, ciascuno con due o anche quattro torcie su candel-lieri dorati, venivano poi le scuole dei Batudi o flagellanti portando ventiquattro candellieri d’oro ciascuna; indi tutt’i frati mendicanti e conventuali di Venezia e Murano, i canonici regolari, tutt’ i monaci bianchi e neri, le nove congregazioni de’ preti, il capitolo di Castello, quello di s. Marco, e cento preti con ceri di libbre quattro 1’ uno in mano. Veniva poscia la scuola della Misericordia a cui il doge avea appartenuto, con cento torcie, su candellieri neri, e la Croce di essa scuola con quattro ceri d’ oro su candellieri dorati ; seguivano i comandadori vestiti di biavo, gli scudieri del doge e i famigli con mantelli neri, gli scrivani delle prigioni (1), i capitani e i gastaldi, cinquanta uomini da mare, ciascuno con una torcia da libbre dieci. I fratelli della scuola portavano su aste lo scudo del doge voltato, che veniva poi depositato nella chiesa di san Marco. Per ultimo veniva il ballottino (2) del doge con mantello lungo. La bara era portata dai marinai sotto 1’ ombrella della scuola con aste d’argento ; avanti e dietro della bara erano ventotto gentiluomini vestiti di rosso, ai quali seguivano i procuratori, i cavalieri, i dottori ed altri patri-zii accompagnati dai Piagnoni. Tutte le botteghe erano chiuse, le campane di s. Marco sonavano nove volte e altrettante le altre della città e nove volte fu alzata la cassa davanti alla Basilica, gridando la compagnia dei Batudi : Iddio liabia misericordia. Arrivato il corteo funebre ai ss. Giovanni e Paolo, trovarono colà eretto un altissimo tribunale, coperto di tele nere, in nero era pure parata tutta la (1) Le carceri erano di spettanza del doge. (2) Il fanciullo che avea estratto le palle nella elezione.