I 187 Così dopo varie conferenze là tregua venne conchiusa comprendendovi espressamente il Papa, il re d’Ungheria, quelli di Aragona, d’Inghilterra, di Francia e loro aderenti, e durar doveva anni tre, ritenendo ciascuna parte le terre che possedeva, godrebbero i sudditi tranquillamente il possesso de’ loro beni, sarebbe libero il passo ed il commercio (1). Mostrarono il re Cattolico ed il Cristianissimo di udire con piacere di codesta tregua conchiusa, ma generalmente credevasi che dissimulassero (2), nè era da metter gran fede nella sua durata perchè il re di Francia avrebbe voluto introdurvi il duca di Gheldria da lui protetto ed allora in guerra coll’ imperatore ; Massimiliano trovavasi umiliato e dolevagli la perdita specialmente di Trieste e di Gorizia ; il Papa, sempre bramoso di riacquistare anche Faenza e Pi-mini, attaccava nuove brighe colla Repubblica accusandola di dar ricovero a’ suoi ribelli, di voler mandare nuove truppe nella Romagna (8), moveva nuovi litigi alle nomine dei vescovati ; infine proponeva al Cristianissimo certa lega generale senza far in essa menzione dei Veneziani (4), del che avea il senato qualche cenno anche dalle lettere del re e da certe parole del cardinale di Roano (5). Nè tali sospetti della Repubblica erano vani, e sotto pretesto di trattare della pace col duca di Gheldria convennero a Cambrai alla fine dell’ anno il cardinale d’ Amboise mi- recusavìmus tum quia inter Christianos omnes eosque potissimum qui et auctoritate et potentia primores sunt pacern quodam naturali in-stinctu nostro semper affectavimus: tum vero quod Chr. Majestati striatissime amiciciae et foederis vinculo sumus jampridem allegati hoc a nobis fieri salva fide nostra ncque posse neque debere declara-vimus, ibid. (1) Tregua di Massimiliano in Commemoriali, XIX, 6 giugno 1508, p. 118. (2) Dispacci Corner, p, 343. Codice MCYII alla Marciana. (8) Secreta 30 lug. 1507, p. 114. (4) Secreta Ib., p. 115, lettera all’ oratore in Francia. (5) Ib.