V 57 verranno dissolver dì necessità. E se questi rimedi i opereranno e che bisogni pur venir ad altri, io son d*-1 sto a far quello consigliera e vorrà quella Ill.ma Sigrl< Ben conforto la Magn. vostra a non spacciar oggi a nezia, perchè questa notte voi penserete ¿frpra questa teria, penserò ancor io meglio, poi dimani conferii'4 iterum tra noi e della conclusione ne potremo dar no't' a quella Ill.ma Signoria ». E perchè l’ora era tarda (scrive il Badoer) ed erano nuti gli oratori di Savoja per aver udienza, ci levami*1 " piedi. E la Ecc. Sua aggiunse : « Io voglio dire anche £ sto ; mons. de Argenton mi scrive da Venezia che si dolche quella Ill.ma Signoria non se vogli scoprir conti loro perchè ogni giorno si fa Pregadi, l’ha posto deciti9 mette in ordine le sue genti d’ arme ; ed io gli ho risto che la Ill.ma Signoria fa bene a star provista e darsi per ogni rispetto, e i sinistri portamenti che i — Francesi fanno verso Fiorentini ed altro la fa far cosili simile voglio far ancor io e metter in ordine tutte le gij mie ». Ne disse inoltre : « Voglio che sappiate il tutto ; -* de’ Romani per mezzo di Erasmo Brasca ne fa scriver ^ sentita per nostre lettere-la morte del duca e duolsi coU-confortandone che vogliamo attender a ben governar -sto Stato e non lasciar che altri si tolga il titolo di fin che non ne abbiamo de lì altro avviso e che spera intender cosa che ne piacerà. Noi abbiamo deliberato dargli due oratori col mezzo de’ quali speriamo ottex^* privilegi di questo Stato, quello che alcun de’ nostri sati già molti anni, non ha potuto ottener, e per eziandio gli faremo replicare di questo re di Francia conformità di quello abbiamo detto già aver fatto ». « Signori Ambasciadori, soggiungeva infine Lodo’*' —^1C0' vogliamo che sappiate che noi non abbiamo rispetto al4 Vol. V.