274 avviso ohe della tregua della qual fate tanta stima, questi signori francesi hanno alzate le mani al cielo e pargli esserli stato fatto buon servizio e levato dalle spalle tanto carico e spesa perchè l’imperator seccheria un mar di oro e sallo chi lo ha provato e con poco frutto di lui. Soggiunse come erano lettere che il viceré si era imbarcato in Ancona con pochi uomini d’arme che il papa voleva metter un governo e fornir Castel Sant’Angelo e tutto il giorno stava con marinai che era segno che si preparava alla fuga, che gli Orsini e Colonnesi erano sollevati in armi, e il duca d’ Urbino condotto al soldo del re di Francia.... Ma pel vero l’esercito spagnuolo e pontificio rifattosi, riprendeva Rimini, Cesena, Ravenna e minacciava Bologna (1). La Palisse vedendo impossibile di tener testa a tanti nemici, pensava di distribuire le sue genti nelle piazze forti per istancheggiare 1’ impeto degli Svizzeri ed esaurire le finanze del papa e dei Veneziani, quando ad un tratto gli vennero a mancare anche i Tedeschi che Massimiliano, a tenor della tregua, richiamava in Germania. Nel tempo stesso gli Svizzeri andavano sempre avanzando, e già presa era Cremona, alla qual occasione il Senato scriveva al generai Cappello, lodando quanto avea fatto di offrire ai capitani svizzeri una taglia in luogo del sacco che voleano dare alla città (2); Bergamo alzò spontaneamente le bandiere della Repubblica; Bologna cacciati di nuovo i Bentivoglio accettava il duca d’ Urbino; Gian Giacopo Trivulzio, veduta l’impossibilità di sostenersi a Milano, ritiravasi colle sue truppe in Piemonte ; vano tornava il divisamento del Palisse di difendersi in Pavia. (1) 6 giugno 1512. I Veneziani mandarono Francesco Foscari al papa promettendogli ogni soccorso per 1’ acquisto di Bologna e Ferrara. Secreta XLV, pag. 4. (2) Giugno ib. «