‘228 Ma nulla concludevasi e già le bande tedesche scorrazzavano nel Friuli e fino nelle vicinanze di Treviso, se non che Federico Contarmi in quello, Gabriele Emo in questo, raccolti ed armati i villani, uscivano e facevano loro spesso pagare ben care le commesse violenze (1). Già anche Verona pericolava e il vescovo di Trento, che eravi dentro per l’imperatore, chiamò in suo aiuto il marchese di Mantova. Erasi questo avvicinato quasi fino all’ isola della Scala, quando sorpreso da alcuni villani d’ accordo col capitano veneziano Lucio Malvezzi (2), fu condotto a Venezia e posto in una stanza della Torricella, che fu per lui riccamente addobbata, ma ove era strettamente guardato (8). Così stavano le cose, quando cominciava 1’ assedio di Padova. I Veneziani che a questo assedio si attendevano, aveano bene fortificato Padova, murate le porte di Codalunga e Pontecorvo, e ridottovi il maggior numero di truppe che fosse stato possibile, copiose e buone artiglierie, viveri e danaro. Fu nominato capitano Zaccaria Dolfin, podestà Pietro Balbi, provveditore generale Andrea Gritti (4). Frequenti scorrerie di stradioti molestavano il campo nemico, tagliavano i ponti, guastavano le strade. Venivano del continuo rinforzi : il capitano generale conte di Pitigliano non davasi riposo girando perfino tutta, la notte per la città a dirigere le fortificazioni, animare i lavoranti, vigilare alle scolte (5) ; la difesa di Padova stimavasi, coni’ era in- (1) Sanuto IX, p. 27. (2) Lodi a questo per parte del Senato Secreta, XLII, 9 ag. 1509. (3) Sanuto IX, 42. Entrò in Venezia di notte, tutto il canaio fino santa Marta era coperto di barche, con lumi alle finestre ; il popolo gridava : appicca, appicca il traditore. (4) Sanuto IX, 34. (5) Dalla battaglia di Ghiaradadda non s’ era più rasa la barba, che non era però lunga, e solo si rase dopo preso il marchese rii Mantova : portava antica veste d’ oro ib., p. 50. Descrizione delle forze veneziane in Padova, Sanuto, p. 53.