255 Vitelli eoa seicento cavalleggeri veneziani e con una squadra di cavalli turchi, riprese la solita audacia e più non volle udir parlare di trattative. Altri rinforzi attendevansi di momento in momento e il Chaumont fu costretto a ritirarsi ; le genti veneziane e pontifìcie si congiungevano a Modena ; Sassuolo fu preso ; l’assedio fu posto, di volere del papa, alla Mirandola, ove la vedova di Lodovico Pico figliuola di Gian Jacopo Triulzio per comando del padre avea fatto di quella città una piazza d’ armi francese. Con unico esempio d’un papa, volle Giulio assistere in persona a quell’assedio e vi si fece trasportare in lettiga da Bologna. Alloggiò nella casa d’ un contadino distante solo due tiri di balestra dalle mura, donde, benché esposto all’ artiglieria nemica, dava ordini, sollecitava, presiedeva ai lavori ossidionali e al piantar delle batterie, scorreva il campo, incoraggiava, puniva, faceva egli pontefice, vecchio ed infermo, le funzioni tutte di giovane e valente capitano. La fitta neve che cadeva, 1’ aspro freddo che agghiacciava le fosse della Mirandola aprirono il passo alle truppe papali per giungere fino alla breccia, ed Alessandro Trivulzio che era alla difesa della piazza, si vide costretto a capitolare il 20 gennaio 1511. Il vecchio pontefice nella sua contentezza non potendo pur aspettare che sgomberate fossero ed aperte le porte, entrò nell’ acquistata città salendo per una scala sulla breccia e diedene poi il possesso al conte Gio. Francesco Pico suo fedele e nemico del defunto conte Lodovico. Non ebbe esito così felice un tentativo fatto dallo truppe papali e dai Veneziani per impadronirsi d’ una bastia sul basso Po, onde impedire il trasporto dei viveri a Ferrara, poiché assaliti alla sprovveduta dal duca Alfonso n’ ebbero tale sconfitta, che convenne loro deporre il pensiero dell’ assedio di Ferrara. Parve un momento risorgere bella speranza di pace, 1511. «