260 dell’Italia; prendesse il ducato di Milano per poi disporne a piacimento, al che offeriva la Repubblica non solo di fornire tutte le proprie forze ma di restituirgli inoltre tutte le terre che ancor di lui teneva e che possedeva prima del cominciar della guerra ricevendole a titolo d’investitura (1) ; pagherebbegli perciò dugento cinquanta mila fiorini del Reno per una volta sola, ovvero seicento mila da pagarsi a cinquanta mila 1’ anno ed inoltre una conveniente somma annua a titolo di ricognizione e censo : avrebbe Sua Maestà nell’ impresa di Milano anche l’appoggio del papa, del Cattolico, dei re di Portogallo e d’Inghilterra ; in pari tempo però raccomandavasi all’ambasciatore di non concludere troppo presto, ma di prender tempo e di offerire diecimila fiorini e benefizii nel dominio veneto per quattro mila ducati 1’ anno al Gurcense quando per opera sua si recasse $ termine il trattato. Il 5 agosto veniva a Venezia il Cardinal sedunense ed offriva la sua mediazione di pace coll’ imperatore, consigliando interessarvi anche il Lichten-stein, il Carenstainer ed altri ministri, ottenere dal papa il cappello cardinalizio al vescovo di Brescia cognato del Lichtenstein o a quello di Trento altro suo parente e guarentire gli Stati di Paolo Lichtenstein in Tirolo (2). Ma erano inutili sforzi. L’indole instabile di Massimiliano, l’influenza dei ministri, i grandi suoi disegni di andare a Roma, di ripristinare l’impero romano, dicesi perfino di farsi papa, disegni ai quali mal corrispondevano i mezzi, mancante com’ era per lo più di danaro e colla informe costituzione di Germania, onde i sussidii dipendevano (1) * E a questo offerirsi non solum la zente e forze nostre, ma etiam la restitution et investitura dele terre et loci nostri che ai presente tenemo et che tenivemo avanti la presente guerra .. . et ulterius per recognition et censo di tal investitura in anno et a raxon de anno quello fosse conveniente et honesto ». (2) Secreta, XL1V, 5 agosto 1511.