194 men che per compiacere Sua Signoria, la quale ringratiava della buona mente et desiderio suo di gratificar la Serenità Vostra, scriveria il tutto cauto e diligente ecc. ». Avute queste notizie il Corner si presentò al re manifestandogli che la Signoria avea avuto avviso dal suo oratore in Francia di quanto si macchinava, ma che essa pure sperava che S. M. non prenderebbe parte a queste perturbazioni che potevano riuscir dannose a tutta la Cristianità. Si mostrò il re a principio molto sorpreso e conturbato, poi disse, veramente avere il re di Francia motivo a dolersi de’ Veneziani a cagione della tregua. E facendogli osservare l’oratore come la Repubblica avea respinto ogni proposizione fattale per istaccarla da’ suoi alleati e che della tregua non era a dolersi poiché il cessar dalle armi non è lega nè mutazione, nè alienazione dell’ antica fede, e che nella tregua stessa erano stati inclusi i re cristianissimo e Cattolico ; soggiunse il re, che ora andava a Vagliadolid, che era più impacciato a condurre sua figlia (1) che tutta l’artiglieria del re de’ Francesi e la sua, e che colà gli darebbe risposta. Ma le parole erano sempre ambigue, e ben vedovasi che si voleva procrastinare più che fosse possibile una spiegazione. Un giorno il re volle sapere della decima che Venezia imponeva sul clero, e lodò che tutti concorressero nelle imprese pubbliche. « Il re di Francia e la Eepubblica, disse, hanno danari ; non così l’imperatore nè io, ma occorrendo saprei trovarli ». Intanto 1’ 8 marzo bandi-vasi pubblicamente nella piazza di Vagliadolid che chi volesse portar danari per la guerra contro i Veneziani, il facesse. L’ambasciatore andò al re ; questi si mostrò come al solito stupefatto di quanto udiva : disse aver sempre (L) La regina Giovanna impazzita dopo la morte del marito Filippo d’ Austria figlio di Massimiliano.