Capitolo Terzo. Operazioni di guerra. — Diversità di opinioni tra i due comandanti veneziani Bartolomeo d’Alviano e il conte di Pitigliano. — Imprudenza di quello e sconfitta alla Ghiaradadda. — Relazione della battaglia dello stesso Àlviano. - Spavento in Venezia. — Deliberazioni del Senato ed apparecchi di difesa. — Necessità de’ possedimenti di terraferma — Nuovi tentativi di pace coll’imperatore. — Progressi dei Francesi e perdita delle città di Lombardia. — Provvedimenti a sicurezza di Venezia. — Se la Repubblica sciogliesse i sudditi dal giuramento di fedeltà. — Verona, Vicenza, Padova, Roveredo, Treviso, Friuli. — Prime speranze di miglior fortuna per riavvicinamento col papa. — E pei primi dissidii tra Massimiliano e Luigi XII. — Personaggi misteriosi a Venezia. — Riacquisto di Padova. — Missione del Priore della Trinità. — Calata di Tedeschi e assedio di Padova. — Discorso del doge. — Inutili sforzi di Massimiliano contro Padova. — La quale è liberata. — Maneggi col sultano, coll’Ungheria, col re d’Inghilterra, e col papa. — Fatti d’ armi nel Polesine. — Accordo col papa che si riconcilia e leva la scomunica. — I Francesi nel Polesine, gl’ Imperiali a Vicenza, e orrori che vi commettono, poi si sbandano. — Condizione interna di Venezia. 1509. I Francesi aveano già cominciato le ostilità in Lombardia, e d’accordo con loro operavano Francesco Gonzaga marchese di Mantova, entrato aneli’ egli nella lega, e Francesco Maria della Rovere nipote e capitano delle genti del papa in Romagna. Le genti veneziane, comandate dal conte di Pitigliano col titolo di capitano generale e da Bartolomeo d’ Alviano con quello di governatore generale, trovavansi raccolte a Pontevico, luogo posto sull’ Oglio a sette leghe di Brescia, e dal campo scrivevasi la sera del 29 aprile come 1’ esercito trovavasi ben disposto ed eccellentemente animato, come il capitano e il governatore erano stati tutto quel dì a consulta, e aveano deliberato di passare sul territo-